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La valutazione dei rischi e la tutela della lavoratrice in stato di gravidanza

INTRODUZIONE

La gravidanza non è una malattia ma un aspetto della vita quotidiana. La protezione della salute e della sicurezza delle gestanti può essere adeguatamente affrontata applicando le procedure e regole esistenti nei rispettivi ambiti. Molte donne lavorano durante la gravidanza e molte ritornano al lavoro quando stanno ancora allattando. Alcuni fattori di rischio presenti sul posto di lavoro possono influire sulla salute e la sicurezza delle nuove madri e di quelle che stanno per diventarlo come anche dei loro bambini.

L’APPROCCIO ALLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO

La valutazione del rischio consiste in un esame sistematico di tutti gli aspetti dell’attività lavorativa per identificare le cause probabili di lesioni o danni e stabilire in che modo tali cause possano essere limitate in modo da eliminare o ridurre i rischi.
La valutazione deve comprendere almeno tre fasi:
1. identificazione dei pericoli (agenti fisici, chimici e biologici; processi industriali; movimenti e posture; fatica psicofisica; altri carichi fisici e mentali)
2. identificazione della categorie di lavoratrici (lavoratrici gestanti, lavoratrici che hanno partorito di recente o lavoratrici che allattano)
3. valutazione del rischio in termini sia qualitativi che quantitativi.

OBBLIGHI GENERALI DEI DATORI DI LAVORO IN RELAZIONE AL RISCHIO (così come previsto dagli articoli 11 e 12 del D.Lgs. 151/01).

La normativa  impone ai datori di lavoro di valutare i rischi cui sono esposti tutti i lavoratori, comprese le lavoratrici gestanti e puerpere, e di evitare o controllare tali rischi. All’atto di  effettuare la valutazione del rischio il datore di lavoro deve tener conto degli esistenti limiti di esposizione professionale. Laddove il rischio non possa essere evitato con altri mezzi, si dovranno cambiare le condizioni di lavoro o gli orari o offrire adeguate mansioni alternative. Se ciò non è possibile, la lavoratrice dovrà essere dispensata dal lavoro per tutto il tempo necessario a proteggere la sua salute e sicurezza o quella del bambino.

Qual è il dovere del datore di lavoro:
Oltre a eseguire la valutazione generale del rischio quando viene informato che una lavoratrice è incinta il datore di lavoro deve valutare i rischi specifici cui essa è esposta e adoperarsi per assicurare che essa non sia esposta a nessuna noxa che possa pregiudicare la sua salute o quella del bambino.

Il datore di lavoro deve valutare il rischio

Vale a dire determinare:
a quali rischi la lavoratrice gestante o puerpera o in periodo di allattamento si trova esposta
la natura, l’intensità e la durata dell’esposizione.
Rimuovere il pericolo ed evitare il rischio
Intervenire per assicurare che non subentrino danni alla salute ; vale a dire un rischio di danno personale, segnatamente qualsiasi malattia o danno alla condizione psicofisica di una persona o qualsiasi effetto sulla gravidanza, sul nascituro o sul neonato ovvero sulla puerpera.

Se dalla valutazione emerge un rischio il datore di lavoro ne deve informare la donna comunicandole quali misure si adotteranno per assicurare che la sua salute e sicurezza e quella del bambino non subiscano danno.

Percorso per la valutazione dei rischi e l’adozione delle misure di tutela