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Nuova linea guida regionale lombarda sul rischio da formaldeide

formaldeideCon Decreto n.11665 del 15/11/2016 la Regione Lombardia ha decretato il documento “LINEA GUIDA REGIONALE SULLA STIMA E GESTIONE DEL RISCHIO DA ESPOSIZIONE A FORMALDEIDE” recante indicazioni in merito alla necessità di fornire informazioni maggiormente dettagliate circa l’utilizzo e l’esposizione a questo agente chimico nell’ottica di una visione omogenea e comune.

La formaldeide, detta anche aldeide formica è un intermediario del carbonio; a temperatura e pressione atmosferica risulta essere presente in natura sotto forma di aerodisperso, come un gas incolore, molto irritante per le mucose soprattutto del tratto respiratorio, per gli occhi e per la cute se in concentrazioni superiori allo 0,1 ppm.
Come tutte le sostanze chimiche, la gravità delle manifestazioni e quindi dei possibili danni che la sostanza stessa può arrecare, dipende dal livello di concentrazione aerodispersa, dal tempo di esposizione alla sostanza e dalla suscettibilità dell’individuo.
In soluzione acquosa diviene un solido di colore bianco, comunemente chiamato “formalina”, con forte potere battericida.
Il Regolamento Europeo sulle sostanze chimiche – concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e le restrizione delle sostanze chimiche (REACH) n. 1907/2006 precisa che la formaldeide risponde ai criteri di classificazione come sostanza cancerogena, classificandola in categoria B1.
L’Associazione Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato la formaldeide come sostanza cancerogena per la specie umana, in quanto causa di neoplasie nasofaringee.
Tuttavia, sono diverse le considerazioni da parte delle varie istituzioni internazionali sulle proprietà cancerogene della sostanza stessa.
È presente nell’ambiente come prodotto naturale (cibi – frutta); può derivare come prodotto artificiale da processi di combustione, termovalorizzazione, fumo di tabacco, ecc.

Per la stima dell’esposizione a formaldeide, punto fondamentale trattato nella Guida Regionale, risulta di particolare importanza effettuare uno scrupoloso monitoraggio biologico (MB) tramite biomarcatori, nello specifico, dei BEI Indicatori Biologici di Esposizione che possano stimare le concentrazioni di formaldeide presenti nel materiale biologico dell’individuo, individuando il livello di dose che mediamente corrisponde a valori pari al corrispondente TLV.
Anche il monitoraggio ambientale (MA) per mezzo di campionamenti ambientali a breve e lungo termine, diretti ed indiretti e misurazioni periodiche, circa il tipo di lavorazione, mansione, condizioni di esposizione, risulta essere di particolare importanza per le lavorazioni che implicano l’utilizzo di formaldeide, esempio per la produzione di resine epossidiche (esposizione indoor), intermedio per la produzione di disinfettanti, prodotti della cosmesi, concia dei pellami, ecc..
Risulta necessario, pertanto, individuare ed attuare misure tecniche ed organizzative adeguate di prevenzione per ridurre il livello di rischio.
Ove possibile, bisognerebbe adottare sistemi di lavorazione “a ciclo chiuso”, evitare l’accumulo di sostanza nei luoghi di lavoro, adottare le BAT ossia le migliori tecniche disponibili adottabili per lo specifico ciclo produttivo e verificare i relativi risultati derivati dalle stesse in termini di riduzione dei livelli di emissione interni all’ambiente di lavoro e verso l’ambiente esterno.
È fatto obbligo, al datore di lavoro, di implementare il registro degli esposti e, tramite il Medico Competente, sottoporre i lavoratori alla sorveglianza sanitaria.

Possono essere adottate varie tecniche di campionamento: metodo di campionamento a lettura diretta tramite monitor con spettroscopia foto acustica, fiale per effettuare misure punto-punto di formaldeide aerodispersa in modo rapido e semi-quantitativo, campionamento attivo ed indiretto mediante uso di cartucce chemo-adsorbenti viene effettuato utilizzando sistemi di prelievo dell’aria mediante aspirazione con pompa opportunamente calibrata e altri ancora.

Attualmente, per la misurazione della concentrazione di sostanza utilizzata, si fa riferimento ai due limiti di esposizione alla formaldeide presi in considerazione e calcolati, riguardanti: limiti di esposizione per la popolazione generale, negli ambienti di vita riportati nella Circolare n. 57 del 22 giugno 1983 del Ministero della Salute, recante “Usi della formaldeide” che stabilisce un limite di 0,124 mg/m3 negli ambienti di vita e soggiorno nei quali vengono utilizzati, ad esempio, compensati, pannelli truciolati e i limiti di esposizione occupazionali, differenziabili a seconda dell’effetto avverso a cui è rivolta la protezione, in particolare: valori di media ponderata sulle otto ore (TWA); valori per esposizioni brevi (STEL); valori di concentrazione di picco (Ceiling).

Per quanto riguarda gli ambienti di lavoro esistono dei valori limite che sono:
– ACGIH Ceiling: 0,37 mg/m3
– OSHA TWA: 0,92 mg/m3
– OSHA Stel: 2,5 mg/m3
– Niosh Ceiling: 0,12 mg/m3

Infine, sulla base dei valori limite di esposizione occupazionale, per la gestione del rischio relativo all’esposizione a formaldeide, risulta necessario adottare tutte le misure preventive e protettive adeguate utili a mantenere l’esposizione a livelli accettabili.